Municipio di Nerviano
Piazza Manzoni, 14 – Nerviano (MI)
Telefono: 0331 43891
email: info@comune.nerviano.mi.it
web: www.comune.nerviano.mi.it

Ex convento degli Olivetani oggi sede del Municipio di Nerviano.
Le origini risalgono alla fine del Quattrocento, quando il conte Ugolino Crivelli, imparentato ai Visconti, decise di far erigere un monastero per ringraziare la Madonna di essere scampato a un pericolo mortale.
Dopo l’edificazione del complesso, nel monastero si stabilirono i monaci Olivetani, nati in Toscana nel 1319 grazie all’opera di san Bernardo Tolomei, seguace delle idee di san Francesco d’Assisi. Il primo priore del monastero fu padre Alessandro, che trasformò il complesso religioso in un’oasi di fede e cultura.
Dalla fine del Cinquecento per il monastero ebbe inizio un lungo periodo di decadenza, che fu aggravato dal sistema della commenda, che rese i monaci dipendenti prima dagli Spagnoli e poi dagli Austriaci.
Nel 1798 gli Olivetani dovettero lasciare per sempre il complesso per la soppressione degli ordini religiosi voluta da Napoleone Bonaparte. Dopo la caduta dell’impero napoleonico, l’ex monastero visse un lungo periodo di buio, tanto che alla fine degli anni Settanta del Novecento versava in condizioni di gravissimo degrado, usato come cantina e deposito dai contadini del luogo.
Solo negli anni Ottanta, grazie all’interessamento della Camera di Commercio di Milano, l’intero complesso venne restaurato e riportato allo splendore originario.
L’abbazia, oggi di proprietà comunale, si sviluppa attorno al chiostro ed oltre agli edifici monastici possiede anche una chiesa sconsacrata, di cui rimane solamente la facciata in mattoni, un rosone in cotto ora murato. Il chiostro è la parte meglio conservata del monastero.

L’importanza dell’abbazia di Nerviano è legata ad una famosa pala del Borgognone, oggi custodita presso la Pinacoteca di Brera a Milano, raffigurante l’Assunzione della Vergine, tra i santi Ambrogio, Agostino, Gervasio e Protasio e l’Incoronazione della Vergine, temi particolarmente cari alla devozione olivetana. Il dipinto è datato 1522 ed è l’ultima opera del pittore. Una sua riproduzione, a grandezza naturale, è qui esposta.